di Massimo Micucci

L’economia è in ginocchio e si profila la più pesante recessione della storia moderna. Il prezzo del petrolio crolla al di sotto di ogni altro livello. I future sono arrivati a -35 e poi a 8 dollari, nessuno vuole acquistare o può stoccare perchè non sa se venderà, visto che allo stato ben pochi producono e consumano.
Come la mettiamo allora con la decarbonizzazione? Belli i delfini, bella la pianura padana senza emissioni e polveri, ma gli obbiettivi, già molto ambiziosi dell’europa 2030 (tra cui la riduzione di almeno il 40% delle emissioni di gas a effetto serra rispetto ai livelli del 1990) e il 2050 (tra cui la riduzione dell’80-95%) hanno ancora un senso? A meno di non raggiungerli togliendoci (noi) di torno andrà riconsiderato il dopo-virus dell’energia e dell’ambiente.
Non è detto che dobbiamo inquinare più di prima, ma qualche distinzione tra prima e dopo, va fatta.
- È calato drasticamente il consumo di energia. Tra gli effetti una crisi di investimenti ed occupazione nei settori derivati
- Ad esempio: sulla produzione di plastica cosa facciamo? Sulle varie limitazioni del traffico privato , che crescerà, nella fase di riapertura, come ci comporteremo?
- Il peso relativo sulla struttura dei costi in bolletta, degli oneri di sistema destinati alle rinnovabili crescerà, senza che l’insieme degli investimenti nelle rinnovabili ne risulti incoraggiato
- La riapertura delle attività e della vita economica sarà lenta, dovrà essere attenta e misurata, ma , si dovrà spingere sul pedale. L’automotive sarà parte importante della “rianimazione” ed andremo più verso il rilancio del trasporto privato che verso il trasporto pubblico
- Le limitazioni ricorrenti del trasporto privato, la morte presunta dell’auto e il presunto dilagare dell’auto elettrica sono rinviati
- Significa che è cancellato il Green New Deal? No. Quel che era intrinsecamente più efficiente e conveniente e dunque più verde lo resta
- Quel che va rivisto sono piuttosto tappe ed obbiettivi della decarbonizzazione indicato anche da alcuni grandi produttori di energia (elettrica)
- La disponibilità di incentivi pubblici e privati per le rinnovabili si riduce con il ridursi di consumi, di entrate fiscali, di Pil e di profitti Di fatto nessuna proibizione irragionevole, nessun dogma avrà più effetto
- Va riscritta l’Agenda: per ri-avviare la transizione energetica biaogna avviare l’economia e la rivoluzione verde non è abolita, va ripensata secondo regole e percorsi ragionevoli.